Divinazione

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La storia della divinazione, e quindi dell’arte di consultare gli oracoli, ha origini lontanissime e corrispondentemente grande è il numero dei relativi sistemi e tecniche che si conoscono.

L’uomo si sforza di indagare nel mondo ignoto che gli sta davanti, denso di promesse di pericoli, da quando ha il senso del tempo e del futuro. Sull’asse passato-presente-futuro l’uomo occupa il punto centrale; si potrebbe spiegare così l’origine di questo modello conoscitivo che pone l’interrogante al centro del proprio cosmo.

Gli oracoli sono sicuramente antichi quanto la stessa umanità. Li conosciamo in tutte le culture, sia primitive che altamente evolute. L’arte della divinazione era tenuta in alta considerazione, era ufficialmente riconosciuta e influenzava in misura decisiva la politica e gli eventi.

Per interrogare il futuro l’uomo si è servito di tutti i mezzi dall’interpretazione del corso degli astri gli astri fino alle ciotole d’acqua. Già i caldei disponevano di un infinito numero di sistemi e di tecniche oracolistiche. Quindi l’arte della profezia è uno dei beni sommi, e nel contempo sommamente misconosciuti, della storia in generale. Per secoli si è creduto che solamente chi era al potere aveva accesso alle profezie, in realtà da sempre le persone comuni hanno cercato di comprendere il proprio futuro.

La Chiesa ha cercato ripetutamente di sopprimere discipline quali l’astrologia e la cartomanzia, di marchiare d’infamia ogni tipo di attività mantica, definendola opera del demonio. Nel 19º secolo si credette di aver inferto un colpo mortale ad ogni falsa credenza attraverso le scienze razionalistiche.

Anche il terzo reich ha dato il suo contributo alla storia della persecuzione degli oracoli; infatti poco dopo il suo insediamento, venne severamente vietata ogni attività mantica. Ma le idee e le credenze religiose represse hanno la singolare caratteristica di rinascere sempre, magari sotto un’altra forma. Per cui oggi si preferisce parlare di analisi delle tendenze, come ci mostrano gli agenti di borsa o i meteorologi.

Tutto ciò è qualcosa di più di una semplice moda. Dietro c’è in effetti una constatazione, una verità, da un lato antichissima ma dall’altro modernissima, attuale: la constatazione che la chiave del futuro sta nel presente, che la nostra abilità di riconoscere tendenze del presente consente di gettare uno sguardo nel futuro e soprattutto che spesso è più importante la consultazione dell’oracolo che non il risultato della stessa.

Così oggi a chi interroga l’oracolo, se è intelligente, interessa di più conoscere se stesso (grazie al responso) che prevedere il futuro.

Spesso i principianti lamentano il fatto che gli oracoli sembrano fornire lo specchio del presente più che la possibilità di sollevare il velo dietro cui si nasconde il futuro. Ma non è proprio il presente a generare il futuro? L’oracolo può aiutare solo l’interrogante che conosce se stesso, i propri timori, i propri limiti e le proprie capacità, e solo per chi è disposto ad assumersi le proprie responsabilità è vero l’antico adagio: ognuno è artefice del proprio destino.

Così l’oracolo, al di là del mero quotidiano (che non è la stessa cosa del presente), ci porta e ci ha sempre portati in un futuro che sarebbe meglio definire maggiore approfondimento del presente. Poiché gli rivela la trascendenza, l’uomo partecipa dell’evento cosmico, avverte il suo presente come eterno e varca i confini, artificiali, tra passato, presente e futuro per scorgere l’eterno adesso dei mistici.

L’enorme numero dei sistemi e delle tecniche di divinazione ha ostacolato per millenni la chiara visione delle strutture originarie che sono alla base del fenomeno. Ci vengono segnalate di continuo opere che descrivono le tecniche senza commentarle, senza entrare nelle strutture fondamentali ad esse comuni o diverse. Per cui il profano è portato a credere che tecniche come la lettura dei fondi di caffè e la fusione del piombo siano diversissime l’una dall’altra.

Ma chi si perde in mere elencazioni di metodi e prova una tecnica dopo l’altra senza comprendere la struttura base troverà difficoltà praticare quest’arte perché la visione ristretta del fenomeno favorisce l’incomprensione, quella incomprensione di cui l’oracolistica è vittima ancora oggi.

Tuttora troviamo interpreti di oracoli e chiaroveggenti, indovini e mantici che propugnano ciascuno il proprio metodo definendolo ostinatamente l’unico valido. Anche qui concorre ad evitare sterili discussioni di questo tipo l’oracolistica pratica, applicata, che chiama in causa il fattore primo di ogni interpretazione, cioè l’uomo stesso. Infatti nessun metodo ha in sé un valore proprio: l’oracolo acquista valore significato solo attraverso l’uomo, che esso aiuta, consiglia e infine leva, stessa a farne buon uso. Più che le tecniche e i significati fissi conta lo spirito, lo stato d’animo, l’atteggiamento interiore con cui viene praticata.

Nell’applicare le tecniche divinatorie noi utilizziamo il principio di relativizzazione del tempo e dello spazio. Questo ci dà la possibilità di vedere cose che si verificheranno nel futuro o che si stanno verificando in un altro luogo. Definiamo abitualmente chiaroveggenza la capacità della psiche di relativizzare lo spazio il tempo, che è legata a sua volta alla capacità di modificare lo stato di coscienza normale. Però non tutti i metodi divinatori sono basati sulla relativizzazione del tempo e dello spazio. Quando applichiamo tecniche combinatorie noi operiamo in ampia misura col principio di analogia.

Per esempio nell’interpretazione delle carte partiamo dal principio che il quadro che esse offrono si comporta in modo analogo all’interrogante. Postuliamo che fra l’interrogante o l’oggetto della domanda da lui posta e il quadro offerto dalle carte esiste un’analogia, una corrispondenza di significati. Per interpretare l’oracolo non occorre possedere doti di chiaroveggenza. Qui la tecnica si basa su deduzioni causali che si rifanno al principio dell’analogia. Però nel processo entrano anche le impressioni dell’interprete, il suo intuito.

Modelli interpretativi della divinazione

Qual è in pratica la differenza tra il metodo visivo e quello interpretativo? Vediamo prima di tutto quali sono le possibilità e i limiti dei due metodi.

Il metodo visivo permette di fare prognosi degli avvenimenti concreti; quindi agli occhi del profano esso può sembrare superiore al metodo interpretativo. Però non si tiene conto del fatto che esso presuppone la credenza nel destino, è fatalistico. È possibile una prognosi degli avvenimenti concreti solo se si presuppone che il destino dell’uomo è pre-tracciato.

Il metodo interpretativo non consente prognosi dei fatti concreti, rende possibile solo un’analisi delle tendenze. L’interprete prende in considerazione la situazione dell’interrogante nel momento in cui viene consultato e ne studia gli influssi prevalenti. Né può prevedere presumibili sviluppi e quindi è in grado di suggerirgli eventuali cambiamenti atti a modificare il corso della sua vita.

Pertanto abbiamo a che fare non solo con due tecniche diverse ma anche con due diversi modi di intendere la vita. I paradigmi in qualche modo sono veri tutti e due, perché non è stato dimostrato che uno di essi è definitivamente sbagliato. Quello che conta è l’opinione che ognuno ha del libero arbitrio.

È importante comunque essere consapevoli dei pericoli che ognuno dei due comporta.

Nel metodo interpretativo esiste sempre il pericolo che i responsi siano troppo generici e troppo poco concreti. Nel metodo visivo il problema è costituito invece dal tipo di prognosi risultante. Il veggente esperto e ben preparato sa prevedere avvenimenti concreti e alle volte vede cose altamente negative. Sa che l’interrogante preferirebbe non saperle, sa che è difficile vivere sapendo che si subirà una grossa perdita.

Quindi nel corso della consultazione è spesso molto difficile stabilire quanto si può rivelare al cliente senza comprometterne l’equilibrio. Per questo motivo molti veggenti nascondono ai clienti gli aspetti negativi del responso. Questo però comporta che il cliente non ha modo di prepararsi ai colpi del destino.

Il metodo interpretativo offre possibilità di cui non sempre si è consapevoli. Questo metodo permette di prendere in mano la propria vita e invertire le tendenze negative che si sono intraprese. È necessario per utilizzarlo che il cliente non voglia essere deresponsabilizzato rispetto alle difficoltà della propria vita.

Metodi di divinazione

Divinazione con le candele – Licnomanzia

Divinazione con le foglie di Tè – Tasseomanzia

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