Ankh – Croce Ansata

ankh croce ansata
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L’ Ankh – Croce ansata ebbe una notevole importanza nell’antico Egitto come simbolo che ricordava il dono della vita e l’immortalità. Il termine ankh significa letteralmente “vita”, “chiave di Iside” o “chiave dei grandi misteri”. In generale questo significato acquista un indiscutibile potere ed è sintomatico che i sacerdoti egizi siano raffigurati nell’atto di donare con l’Ankh l’energia vitale capace di concedere l’immortalità ai defunti. Per questo motivo la Croce Ansata ha un valore talismanico di indubbio valore.

L’ansa superiore, di forma circolare o ovale, possiamo assimilarla all’ouroboros (serpente che si morde la coda = eterna ciclicità della vita). La Croce a forma di T è invece la condizione della morte (lo stato di trance nel quale gli eletti vengono a trovarsi prima di arrivare ai Grandi Misteri).
Un’altra teoria è quella che la croce di Ankh fosse uno strumento per ampliare il potere della ghiandola pineale, ovvero la principale sede dell’anima.

Come si vede fare in molte rappresentazioni grafiche egizie, dove il Dio la poneva alla bocca del faraone per infondergli la vita, ridonandogli  la parola perduta, possiamo appoggiare la croce sul volto e notare che l’ansa coincide con il terzo occhio, mentre i bracci della croce chiudono gli occhi. Questo è un modo per “vedere” con l’anima, un passaggio necessario per evolversi e crescere, per ampliare il potere dell’organo della visione spirituale.

La chiave che apre la porta è, infatti, anche la metafora dell’ingresso in una visione dell’esistenza che porta a evolvere la propria anima e a renderla consapevole di sé stessa.

La chiave della vita può anche avere un significato più “astronomico”. Infatti, guardando la croce è possibile trovarci la rappresentazione del sorgere del Sole (ansa), dell’orizzonte (la linea orizzontale) e della luce del Sole che si proietta sulla terra, ovvero “il cammino del Sole” (la linea verticale sotto l’orizzonte). Questo simbolo è associato anche all’unione mistica tra il cielo e la terra o meglio al contatto tra il mondo divino e il mondo terreno.

L’opinione più accreditata comunque è di stampo religioso, infatti molti dèi egizi sono raffigurati con un Ankh in mano o sul petto e l’ipotesi più probabile è che fosse il simbolo della vita eterna. Molti associano questa croce ansata ad una chiave per l’accesso al regno dei morti, un modo per definire la morte dell’Essere Umano e la conseguente nascita del dio che l’Essere Umano ha costruito nel corso della sua esistenza.

Athanasio Kircher nel sec. XVII considerava la croce ansata dell’Ankh un Tau mistico segno della vita, della forza che tutto permea e che ha origine nella divinità.

Per quanto insistentemente ci abbiano provato, i cristiani non riuscirono a estirpare questo simbolo dall’Egitto e così come per molte altre cose, finirono con l’ assimilarlo vista la somiglianza alla croce romana, che però ben altro significato ha. Infatti se l’Ankh simboleggia ed è legato alla vita, tutti sanno che la croce cattolica è simbolo di morte, usata infatti dai romani come strumento di tortura.

Perché indossare una collana con la croce di Ankh?

La croce la si può portare al collo e appoggiandola sulla fronte quando si è particolarmente stanchi o un po’ malinconici o stressati, questa apporta immediati benefici. Inoltre i due lati della croce possono essere “caricati” dall’energia del Sole e della Luna, in modo che che vengano stimolate aree differenti del corpo.

La parte polarizzata dalla Luna, stimola: immaginazione, fantasia, combatte i disturbi del sonno e la depressione.  La parte polarizzata dal Sole, invece, rivitalizza l’organismo e favorisce il benessere fisico. Sostanzialmente possiamo affermare che indossare una croce di Ankh è un ottimo metodo per infondere forza vitale e  proteggere dalle negatività.

Un talismano Ankh è ottimo anche per proteggere la casa,  ricordiamo che ha la particolarità di attrarre energie positive respingendo contemporaneamente quelle negative, è utile metterne uno sulla porta di ingresso (va bene sia all’interno che all’esterno della propria porta) oppure metterne uno a “scultura” se si ha uno spazio aperto, in modo che funga da scudo per l’ambiente circostante.

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